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SEO Black Hat: che cos'è e quali sono le tecniche proibite secondo Google

Scritto da Marco Livoi | 1-set-2022 10.19.53

Lo scopo della SEO è quello di offrire il miglior contenuto possibile agli utenti, in relazione ai loro interessi di ricerca. Infatti gli algoritmi di Google, con il passare degli anni, si sono evoluti e specializzati per poter sia garantire la risposta perfetta alla domanda di chi cerca in rete sia per penalizzare i contenuti non leciti.

A questo proposito, sono presenti tecniche di ranking che Google non approva e che rientrano nella SEO Black Hat.

Capiamo allora insieme che cos’è la SEO Black Hat e quali sono le principali tecniche proibite utilizzate.


Che cos’è la SEO Black Hat 

SEO Black Hat è la disciplina che descrive i tentativi non etici di manipolare i risultati dei motori di ricerca.Questi metodi possono essere utilizzati per migliorare il posizionamento in SERP per un breve periodo iniziale, danneggiando la reputazione di un sito web a lungo termine e portando a penalizzazioni da parte di Google.

L’origine del nome “Black Hat” deriva dai film western e da quel cappello nero segno distintivo dei fuorilegge, in contrapposizione a quello bianco che invece veniva indossato dagli sceriffi.
Automaticamente tutte le tecniche lecite rientrano quindi nella categoria della “SEO White Hat”.

La SEO White Hat è la pratica di ottimizzazione di un sito web che ha lo scopo di fornire valore agli utenti, proponendo contenuti di qualità e link a supporto di altre risorse pertinenti. Queste attività possono aiutare il sito a farsi notare dai motori di ricerca rilevanti come Google.
Nella documentazione ufficiale di Google vengono descritte tutte le best practices da seguire.

Quando internet nasceva, i motori di ricerca come Google non disponevano di algoritmi sofisticati per misurare la rilevanza dei siti web in relazione alle richieste degli utenti.
Utilizzavano infatti parametri più elementari come la densità delle parole chiave (keyword density) e i backlink da altri siti per determinare la pertinenza di una pagina rispetto a una query.

La difficoltà di questo approccio è stato reso evidente dalla presenza degli spammer che hanno iniziato a notare che potevano manipolare queste semplici metriche inserendo parole chiave nelle loro pagine e ottenendo backlink da siti di bassa qualità come forum o blog.

Questo ha portato Google e gli altri motori di ricerca a sviluppare algoritmi sempre più performanti che utilizzano dati come il coinvolgimento degli utenti (il tempo impiegato da un utente sul sito) e i segnali social (social signals, cioè il numero di link provenienti dai social network come Facebook o Twitter) oltre alle tradizionali metriche SEO.

SEO Black Hat: le tecniche proibite da Google

Google ha un lungo elenco di cose che considera SEO Black Hat.
Andiamo a vedere alcune delle tattiche SEO Black Hat più comuni:

  1. 1.Keyword Stuffing

Il keyword stuffing è quando una parola o una frase viene inserita in un contenuto così tante volte da posizionarsi come parola chiave, influendo negativamente sulla qualità del testo.
Il termine "parola chiave" si riferisce a una o più parole che verrebbero probabilmente ricercate dagli utenti per cercano informazioni su un prodotto o un servizio online.

  1. 2.Link Farm

Una link farm è un insieme di siti web progettati per trasferire traffico di riferimento e link ad altri siti.
Per costituire una link farm si progettano un numero elevato di siti web fittizi che puntano tutti allo stesso sito, aumentandone il posizionamento nei motori di ricerca.
Ciò avviene creando una rete di domini multipli che condividono contenuti simili ma che puntano a un sito centrale. 

  1. 3.Contenuti generati automaticamente

La generazione automatica di contenuti consiste nell'utilizzo di un software progettato per la produzione di contenuti senza interazione umana.
Questa tecnica viene spesso utilizzata su siti che hanno molte pagine e che necessitano di elaborare una mole importante di contenuti.
Lo scopo di questa pratica consiste nel pubblicare del contenuto non utile per gli utenti, con il tentativo di posizionarsi rapidamente nei primi posti in SERP, grazie allo spam di parole chiave.

  1. 4.Doorway Pages

Le doorway pages sono pagine realizzate per posizionare in alto determinate keyword, senza soddisfare effettivamente il bisogno reale dell’utente. 
Degli esempi di doorway pages, come viene specificato dalle linee guida di Google, sono:
- Diverse pagine o diversi nomi di dominio scelti come target di aree geografiche o città specifiche che rimandano gli utenti a un'unica pagina
Pagine generate per incanalare i visitatori nella parte realmente utilizzabile o pertinente di un sito

  1. 5.Cloaking

Il cloaking è una tecnica utilizzata per mostrare agli utenti il contenuto desiderato in una pagina differente da quello che viene visto dai motori di ricerca. Questo è possibile alterando il codice sorgente della pagina e consente a un sito di essere indicizzato e classificato dai motori di ricerca, pur mantenendo il suo vero scopo di nascondere le informazioni agli utenti.

Il metodo più comune di cloaking è l'uso di JavaScript e consiste nella creazione di link nascosti su una pagina che non sono visibili all'uomo ma possono essere letti dai bot.
Questi link portano a versioni diverse della stessa pagina a seconda che l'utente abbia o meno attivato JavaScript nel proprio browser.

 

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